La toxoplasmosi in gravidanza mette in grave pericolo la salute del feto. Ecco a che cosa prestare attenzione!

La toxoplasmosi è una malattia cui si deve fare molta attenzione quando si progetta una gravidanza. Infatti, se in condizioni di salute si manifesta principalmente come una normale influenza e a volte è addirittura asintomatica, in una donna incinta può essere molto pericolosa. Può essere contratta tramite alcuni cibi o tramite contatto con feci di animali infetti, in particolare il gatto. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa malattia infettiva e su come proteggersi dalla toxoplasmosi in gravidanza.

Cos’è la toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è una zoonosi, ovvero una malattia infettiva degli animali che è trasmissibile all’uomo. La causa di questa patologia è un microrganismo chiamato Toxoplasma gondii. I sintomi della toxoplasmosi non sono semplici da individuare. In un adulto sano, la malattia può essere del tutto priva di sintomi.

Tuttavia, è possibile manifestare alcuni disturbi che spesso vengono ricondotti ad una classica influenza stagionale: febbre, stanchezza, dolori muscolari, linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi della gola), mal di testa.

Toxoplasmosi e gravidanza

Toxoplasmosi in gravidanza
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Contrarre questa malattia non è di per sé un grande problema, a meno che non si abbia il sistema immunitario particolarmente indebolito (come ad esempio per i malati di AIDS). Il vero rischio è rimanere contagiati durante la gravidanza.

La toxoplasmosi è infatti in grado di passare attraverso la placenta e di infettare il feto, provocando gravi problemi, soprattutto se la trasmissione materno-fetale avviene nei primi mesi di gestazione. I rischi per il bambino sono grandi: aborto spontaneo, malformazioni, danni al sistema nervoso centrale, cecità, morte intrauterina.

Dal momento che la toxoplasmosi non viene spesso diagnosticata nelle donne sane e non in dolce attesa, è importante effettuare un semplice esame del sangue (il toxo-test) prima di pianificare una gravidanza. Se dalle analisi risultano gli anticorpi per la malattia, significa che è già stata contratta in passato e non c’è più rischio che colpisca di nuovo.

In caso contrario, sarà necessario ripetere gli esami ogni mese nel corso della gravidanza, per verificare che il contagio non avvenga proprio in questo periodo così delicato. Non esiste infatti un vaccino per la toxoplasmosi.

Toxoplasmosi: contagio

Toxoplasmosi e gatto
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Gatto e toxoplasmosi: cosa c’è di vero? Spesso le due cose vengono messe in relazione, causando un allarme talora ingiustificato. Non è raro sentire una donna che, rimasta incinta, decide di rinunciare al proprio gatto per paura di contrarre la malattia. Per capire bene come si trasmette questa patologia, è bene partire dall’inizio.

L’unico modo per rimanere infetti dalla toxoplasmosi consiste nell’ingerire il parassita che è causa della malattia – che non è trasmissibile da uomo a uomo. I parassiti si trovano principalmente nelle carni degli animali infetti, nelle feci del gatto infetto e nel terreno o nella frutta e verdura concimata da terreno su cui un gatto infetto ha defecato.

Il gatto è infatti l’unico animale in cui il toxoplasma si riproduce, e rimane quindi il primario mezzo di diffusione della malattia. Tuttavia non è necessario sbarazzarsi del nostro amico a quattro zampe quando scopriamo l’arrivo di un bebè in famiglia.

Come evitare la toxoplasmosi?

Ci sono dei semplici accorgimenti che permettono di ridurre notevolmente il rischio di contrarre la toxoplasmosi. Il primo riguarda l’alimentazione in gravidanza: la verdura cruda deve essere attentamente lavata con abbondante acqua e bicarbonato, per eliminare ogni eventuale residuo di terriccio. Stesso procedimento per la frutta priva di buccia.

Bisogna evitare assolutamente la carne cruda, al sangue o semicruda. Ricordate anche di lavare le mani dopo averla maneggiata. I salumi cotti sono consentiti, mentre dovrebbero essere eliminati dalla dieta il prosciutto crudo, il salame, la bresaola e lo speck. Nessuna limitazione invece per qualsiasi cibo che sia ben cotto.

Per quanto riguarda le altre fonti di contagio, basta avere piccole accortezze. Non c’è alcun divieto di fare giardinaggio, purché si indossino guanti adatti per evitare il contatto diretto con il terriccio. La stessa cosa vale per le feci del gatto: si può tranquillamente pulire la sua lettiera, indossando i guanti e lavandosi accuratamente le mani subito dopo.

Inoltre va ricordato che il gatto domestico, che non ha accesso all’esterno, è raramente infetto dalla toxoplasmosi e non rappresenta quindi una fonte di contagio.

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ultimo aggiornamento: 02-12-2018


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